Archivio Provinciale dei CRL a Gubbio

Inventario Regione Umbria

Inventario BEWEB

L’Archivio della Casa San Secondo è sempre stato, nell’ambito degli studi locali sulla città e il territorio di Gubbio, una pietra miliare in quanto molti ricercatori di fama nazionale e locale hanno studiato i suoi documenti per conoscere e raccontare la storia della città umbra quale esempio paradigmatico di libero comune medievale. Questo è stato reso possibile a partire dal primo sistematico ordinamento che avvenne, come nella maggior parte degli archivi italiani, nella seconda metà dell’800. Ne abbiamo testimonianza grazie ad un anonimo canonico che nel 1886 scriveva la Cronaca della Comunità di San Secondo in Gubbio e in una breve prefazione ricordava: “Fu sempre cosa gloriosa il trasmettere ai posteri il ricordo dei fatti più importanti avvenuti nelle umane vicende, onde corredati dai documenti potessero poi tessere la storia della umanità. Il chiostro non è mai venuto meno, come tutti sanno, a questo dovere, anzi è appunto in esso che si sono formati gli archivi più interessanti che hanno servito non poco a diradare le tenebre dei secoli medievali. Anche i Canonici Regolari si sono distinti in questo ramo e ancora sono celebrati da tutti gli archivi di Bologna, Ravenna e S. Pietro in Vincoli per tacere di altri“. L’ anonimo canonico non fa alcun cenno all’archivio di San Secondo, probabilmente perché i documenti erano allora stipati in una delle camerette della Canonica e quindi difficilmente consultabili. Solo nel 1894, infatti veniva nominato un bibliotecario. A lui, probabilmente, si deve la prima e sommaria sistemazione dell’ archivio. L’esigenza di dare una nuova collocazione ai documenti fu sentita in particolare da don Franco Canichella, che in qualità di maestro dei Novizi, dovendo far conoscere anche la storia della Congregazione, univa l’utile al dilettevole. Terminata la lezione, maestro e discepoli, muniti di piumini toglievano l’immancabile polvere. Le restrizioni economiche, conseguenza della spoliazione sabauda, la mancanza di un congruo spazio per contenere la mole di documenti accumulati in vari secoli, non permettevano altra soluzione. Quando i Canonici ebbero le possibilità di ristrutturare la parte più antica del complesso di San Secondo, occupato in parte da diversi artigiani, su progetto dell’ Ing. Signoretti iniziarono i lavori, che durarono tre anni. Nel 1994 la Canonica, oltre alla Casa di Accoglienza, alla Cappella, alle aule di catechismo, aveva a disposizione un’ampia sala riservata all’archivio e una alla biblioteca.
Una seconda ed attenta sistemazione fu iniziata da Don Pietro Guglielmi, che eletto Abate Generale dei CC.RR.LL., dovette lasciare la Canonica di San Secondo. Successivamente l’onere della sistemazione dell’archivio e della biblioteca sono passati a don Franco Gualtieri, il quale ha potuto farvi fronte grazie alla totale disposizione del prof. Pietro Mattei.
Nel 1997 la Biblioteca “Agostino Steuco” di San Secondo strutturalmente era in sistemata; mancava la sistemazione dell’Archivio, le cui carte erano conservate in un armadio e in scatole di scarpe. Fu necessaria la pazienza di svuotare quelle scatole, aprire i fogli e sistemarli in camicie e in buste adeguate, per redigere i primi regesti. La passione per la ricerca del prof. Pietro Mattei fu di valido contributo a riempire oltre trecento faldoni e un volume di regesti di circa 220 pagine. Fu necessario avere, in una stanza arredata, lo spazio per l’organizzazione del materiale e per la consultazione.
L’Archivio “Casa S. Secondo” negli anni è poi cresciuto con l’avvicendarsi di vari canoni responsabili quali i priori don Ercole Turoldo e don Gabriele Pauletto. Dal 2018 l’Archivio è stato poi elevato al grado di archivio provinciale grazie al versamento con il trascorrere degli anni di tanti materiali provenienti da molte regioni d’Italia: Lazio, Liguria, Marche, Umbria, Campania. Questa scelta è stat compiuta dal nuovo responsabile Don Sandro Canton, visitatore per la provincia italiana dei canonici regolari lateranensi. Questo immane lavoro è stato compiuto per dare la possibilità agli studiosi di ampliare le proprie ricerche e riportare alla luce la storia di uno degli Ordini religiosi più antichi della Chiesa.
Oggi l’archivio provinciale dei CRL è entrato nei programmi della Regione Umbria grazie al nuovo progetto di riordinamento 2016 del dott. Paciotti, con l’inventariazione tramite il software Samira, delle prime 250 unità archivistiche del Fondo Santo Spirito. Successivamente l’archivio ha avuto accesso al progetto dell’Ufficio Nazionale dei Beni Culturali Ecclesiastici della CEI chiamato Cei-AR. Ad oggi la CEI ha inserito l’Archivio provinciale nell’Anagrafe degli Istituti culturali ecclesiastici ed entro l’anno 2019 verranno effettuate le prime operazioni di inserimento di nuove unità archivistiche. L’Archivio Provinciale dell’Ordine dei Canonici Regolari Lateranensi cresce diventando una realtà culturale affermata e un istituto sempre più riconosciuto.